Adolescenza ieri e oggi

L’adolescenza può essere considerata come una fase critica del ciclo vitale attraverso la quale l’individuo si appresta a conquistare lo status di adulto.

Nell’antica Roma si era puer, e cioè fanciulli, fino ai 15 anni e l’adulescentia andava dai 15 ai 30 anni, mentre si era considerati nell’età della giovinezza a 45 anni. A Roma l’inizio di tale fase veniva decretato attraverso l’acquisizione della toga virile candida e la deposizione della bulla che non era altro che un amuleto che veniva fatto indossare dalla famiglia a ciascun figlio maschio prima dell’età adolescenziale e che aveva la funzione di proteggere il fanciullo dagli spiriti maligni. A seguito di questo passaggio iniziava quindi un tirocinio che aveva la funzione di accompagnare il giovane alla vita adulta e attraverso il quale era fondamentale la formazione militare (Fraschetti 1994). Va detto infatti che in tutta la storia occidentale in adolescenza aveva una grossa importanza la formazione bellica e per i figli maschi questo significava imparare a combattere per difendere il proprio territorio. Spostandoci in Grecia si nota che all’educazione militare si associava una formazione culturale attraverso un maestro che aveva la funzione di educare sia il corpo che lo spirito. Nel Medioevo, allo stesso modo, l’investitura rappresentava la cerimonia di passaggio che aveva lo scopo di far entrare i giovani nel mondo della cavalleria e questo rito li rendeva pronti alla difesa della chiesa e della fede. E’ soltanto alla fine del Medioevo che l’obiettivo del giovane non è più soltanto quello di difesa militare ma si sviluppa l’idea che l’adolescente deve essere leale, di buone maniere e pronto per conquistare una donna. Purtroppo non esistono documenti che spiegano come venisse vissuta l’adolescenza femminile nei periodi appena citati, ma l’analisi di quello che accadeva ci fa comprendere che l’adolescente si doveva preparare per difendere il proprio popolo e il proprio credo. In tal senso gli si riconosceva una competenza che gli consentiva di potersi sperimentare come individuo autonomo capace di prendere delle decisioni importanti e che, come accadeva nell’antica Roma, non aveva più bisogno di essere protetto da particolari amuleti. Soltanto nel XIX secolo nasce l’adolescente moderno che, invece di essere un condottiero, diventa uno studente che viene formato dalla scuola per ampliare le proprie conoscenze e arricchire i processi di sviluppo cognitivo. Questo  ha portato alla comparsa dell’adolescente di oggi che grazie ai rapidi progressi della tecnologia ha ormai accesso ad una quantità infinita di informazioni che influenzano fortemente tale fase del percorso evolutivo. Per questo motivo è proprio attraverso l’analisi dell’adolescenza che si può comprendere l’impatto della cultura sul nostro sistema biologico e sul nostro modo di diventare adulti. L’adolescenza, infatti, non è soltanto un momento di passaggio alla vita adulta ma un periodo di sperimentazione che dovrebbe spingere l’individuo ad una sorta di rinascita per diventare altro e mettere in discussione le regole e i miti familiari fino a quel momento accettati in maniera automatica. Dovrebbe essere la fase di allenamento allo svincolo in cui i giovani o le giovani donne avrebbero bisogno uscire di casa con l’obiettivo di conquistare e ottenere l’autonomia personale (Williamson 1982). Un elemento che colpisce è che oggigiorno la pubertà comincia ad un’età sempre più precoce mentre l’adolescenza si sperimenta sempre più tardi. Questo fenomeno che si è verificato negli ultimi cinquant’anni potrebbe essere dovuto all’aumento del periodo di formazione ma in Italia, rispetto ad altri paesi,  la situazione è molto diversa. La cultura italiana non è famosa per spingere i giovani all’indipendenza ma è principalmente fondata su caratteristiche accuditive, fusionali e controllanti che portano a trattenere i figli all’interno della famiglia d’origine per lungo  tempo. Oltretutto tale situazione è avvalorata dal fatto che in Italia negli ultimi anni si è assistito ad un precariato economico che non ha assolutamente favorito l’uscita di casa dei giovani e quindi la difficoltà al raggiungimento dell’autonomia è rafforzata non solo dalla famiglia ma anche da una struttura sociale che forse, non a torto, potremo definire maladattata, perché non facilitando l’autodeterminazione rende i ragazzi sempre più deboli e meno capaci di avere un’azione diretta sulla realtà. In  altre zone del mondo, di diversa cultura, la situazione sembra molto differente. In America ad esempio negli ’80 esistevano dei giovani che già all’età di 18 anni uscivano di casa per andare a studiare al college e questo allontanamento rappresentava un primo passo per avviarsi all’autonomia. Anche nel nord d’Europa i modelli di crescita sono totalmente diversi dai nostri e i giovani lasciano la famiglia d’origine realmente a diciotto anni. In Italia in passato esisteva il servizio militare che, anche se poteva avere delle caratteristiche negative, dava la possibilità ai giovani di sperimentarsi in un altro contesto e di testare la propria autonomia e capacità di responsabilità (Andolfi, Mascellani 2000). Se per giunta diamo uno sguardo al passato, come abbiamo potuto osservare all’inizio di questo articolo, nelle civiltà antiche esistevano dei riti  che sancivano il passaggio dalla fase di fanciullo a quella di adolescente mentre adesso non c’è più alcun rituale che decreti l’accesso all’età adulta. Questo ci fa comprendere che l’adolescenza nel nostro tempo è diventata una fase della vita che si sta prolungando in maniera smoderata e che può essere considerata una delle fasi più complesse da analizzare anche per gli addetti ai lavori in quanto non è chiaro che periodo abbracci e quali sono gli aspetti centrali che ne definiscono i problemi. Oltretutto anche se esistono molti articoli su tale argomento non è facile trovare dei testi che parlino “della adolescenza nel ciclo vitale della famiglia” (Andolfi, Mascellani 2010) e che ci diano indicazioni su cosa accade quando questo stadio del percorso evolutivo viene in un certo senso “bloccato” o “sorpassato”. Aver introdotto tale argomento facendone un’analisi storica, sociale e culturale ci dà la possibilità di affrontare le problematiche di questo periodo evolutivo avendo una visione a grand’angolo che credo sia indispensabile se si vuole parlare di adolescenza utilizzando un modello di tipo circolare e sistemico.

Bibliografia

– Andolfi M. “, Mascellani A. ”Storie di Adolescenza”, Raffaello Cortina, Milano 2010.

– Fraschetti  A. “Il mondo romano”, in Levi G. Scmitt J.C. (1994) Storia dei giovani, Laterza  Bari 1994.

–  Gambini P. “Psicologia della famiglia. La prospettiva sistemico-relazionale”, Francoangeli, Milano 2007.

– Graham R.(2010) , “L’adolescenza oggi”– Rivista sperimentale di Freniatria

– Maggiolini A., Pietropolli Charmet G., (a cura di) “Manuale di Psicologia dell’adolescenza: compiti e conflitti”, Francoangeli, 1994.

– Williamson D.S.(1982) “La conquista dell’autorità personale nel superamento del confine gerarchico intergenerazionale” In terapia Familiare n. 11